poesie in musica: Nel Blu Dipinto di blu Volare

Volare (modugno, migliacci)

Penso che un sogno così non ritorni mai più
mi dipingevo le mani e la faccia di blu
poi d’improvviso venivo dal vento rapito
e incominciavo a volare nel cielo infinito

Volare oh, oh
cantare oh, oh
nel blu dipinto di blu
felice di stare lassù
e volavo, volavo felice più in alto del sole
ed ancora più su
mentre il mondo pian piano spariva lontano laggiù
una musica dolce suonava soltanto per me

Volare oh, oh
cantare oh, oh
nel blu dipinto di blu
felice di stare lassù
ma tutti i sogni nell’alba svaniscon perché
quando tramonta la luna li porta con sé
ma io continuo a sognare negli occhi tuoi belli
che sono blu come un cielo trapunto di stelle

Volare oh, oh
cantare oh, oh
nel blu degli occhi tuoi blu
felice di stare quaggiù
e continuo a volare felice più in alto del sole
ed ancora più su
mentre il mondo pian piano scompare negli occhi tuoi blu
la tua voce è una musica dolce che suona per me

Volare oh, oh
cantare oh, oh
nel blu degli occhi tuoi blu
felice di stare quaggiù
nel blu degli occhi tuoi blu
felice di stare quaggiù
con te

YouTube – Domenico Modugno Nel Blu Dipinto di blu Volare.

Il testo di Nel blu dipinto di blu – visionario volo poetico nell’azzurro che si fa più intenso – è stato scritto – parole del suo autore – nel giorno più nero della sua vita. Può suonare paradossale, ma è figlio di un incubo. La canzone, quindi, non è stata costruita a tavolino ma è stata generata da una reale visione onirica.

Franco Migliacci, talentuoso paroliere degli anni cinquantasessanta, ha raccontato senza giri di parole come gli è venuta l’ispirazione per il testo di questa canzone che, va detto, solo in un secondo tempo trovò una sua forma compiuta in grado di farla trionfare al festival sanremese del 1958 e di farne un esempio da portare in giro per il mondo a rappresentare il made in Italy in campo musicale.

Ha detto Migliacci[3]

« Capii subito che avevo scritto qualcosa di importante […] quando si scrive una canzone, specialmente una canzone d’amore, questa riesce più bella, ha più sapore, se l’autore soffre d’amore. »

Nel giorno in cui la compose – ha ricordato l’autore con malcelata nostalgia – soffriva l“iraddidio”. Quanto bastava per fornirgli la chiave di volta di una canzone in grado di apparire a distanza di tempo – all’autore medesimo, ma anche a numerosi appassionati di musica leggera – unica e dal sapore favoloso.

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